Das Gastmahl im Hause des Pharisäers Simon

This large canvas, painted in around the mid-1550s for the refectory of the Benedictine convent of Santi Nazaro e Celso in Verona, was purchased for an exorbitant sum in the mid-1600s by the nobleman and collector Giovanni Filippo Spinola. This renowned and much-admired painting inaugurated Paolo Veronese's famous series of paintings of Feasts, and is one of his finest early works. The painter depicted the scene, taken from a passage in the Gospel of St Luke, as a convivial ostentatious feast taking place in a magnificent classical architectural setting. The skilful unity of the composition is obtained through the balanced distribution of the figures, while the textures of the objects and fabrics are almost physically tangible thanks to the exquisite, vivid iridescent colours. The painting is documented at Palazzo Durazzo from 1739, and was acquired by Carlo Felice in 1824 as part of the furnishings when he bought the residence. It was then moved to Turin by Carlo Alberto in 1837, despite opposition from the Genoese.

La grande tela, realizzata intorno alla metà degli anni cinquanta del Cinquecento per il refettorio del convento benedettino dei Santi Nazaro e Celso a Verona, fu acquistata per una cifra elevatissima a metà Seicento dal nobile collezionista Giovanni Filippo Spinola, che la fece subito trasferire a Genova. Il dipinto, molto noto e ammirato, inaugura la celeberrima serie delle Cene di Paolo Veronese e costituisce uno dei vertici della sua produzione giovanile. Il pittore interpreta l'episodio, tratto da un passo del Vangelo di san Luca, come una fastosa scena conviviale che si svolge entro una complessa architettura di gusto classicheggiante. La sapiente unità compositiva è ottenuta attraverso l'equilibrata distribuzione dei personaggi, mentre l'uso di una gamma cromatica preziosa e brillante rende palpabile la consistenza di oggetti e tessuti. Documentata dal 1739 in Palazzo Durazzo, acquistato da Carlo Felice con i suoi arredi nel 1824, l'opera giunse a Torino per volere di Carlo Alberto nel 1837, nonostante le opposizioni dei Genovesi.