Tintoretto dipinse il ciclo di sedici soggetti dalle Metamorfosi di Ovidio a partire dal 1541, su commissione del conte Vettore Pisani, banchiere veneziano che, in occasione del matrimonio con Paolina Foscari, avvenuto nel 1542, volle decorare il soffitto della sua stanza da letto nel Palazzo San Paterniano a Venezia. Nel 1658 gli eredi del conte vendettero al duca Francesco I d'Este le tavole che furono poi inserite nel soffitto ligneo della seconda camera da parata del Palazzo Ducale di Modena. In questo passaggio andarono perduti due dipinti. E' la prima importante impresa decorativa del giovane Tintoretto che per i soggetti utilizzò la versione in volgare delle Metamorfosi di Niccolò degli Agostini, edita a Venezia nel 1522. I gesti, gli scorci arditi, la luce drammatica, i colori accesi caratterizzano questi dipinti che, nelle anatomie e nelle pose mostrano l'influsso dello stile di Michelangelo ma anche di Giulio Romano e dei suoi affreschi nel Palazzo Te a Mantova, dove Tintoretto potrebbe essersi recato intorno a 1540.